GLI SPETTACOLI NELLA TARDA ANTICHITÀ 

 

TESI DI TORESELLA GUIDO CLAUDIO

 

Scopo della tesi magistrale di Guido Claudio Toresella è indagare l’evoluzione delle istituzioni preposte all’allestimento degli spettacoli pubblici nella Tarda Antichità. Per sopperire alla mancanza di fonti dirette si propone il confronto fra le descrizioni iconologiche e quelle letterarie nelle fonti coeve. L’apporto maggiore di queste è offerto dalla patristica greca e latina, che però ha il difetto d’essere inficiata dalla parzialità di una condanna morale. Un aiuto equilibratore è fornito dagli autori pagani che descrivono le cerimonie celebrative nei loro panegirici. Inoltre si è considerato l’aspetto dei costi di allestimento; purtroppo non si è potuto evincere alcun dato economico certo riguardo alla Tarda Antichità, ma dall’analisi delle evidenze epigrafiche tardo imperiali è stato possibile formulare un’ipotesi di evoluzione dei costi fino alla fine del IV secolo e stabilire il ruolo determinante del patronato locale. Dallo studio delle leggi contenute nel Codice Teodosiano, Giustinianeo e dei Regni romano-barbarici sono emerse le funzioni delle istituzioni preposte all’allestimento degli spettacoli e il continuo adattamento legislativo per concordare la necessità di un fondamentale instrumentum regni con una società in profondo mutamento. Infine sono state individuate le effettive cause di decadenza degli spettacoli pubblici romano pagani e quel che di loro è rimasto nei Regni altomedievali: l’analisi di testimonianze archeologiche e diplomatistiche ha permesso di rilevare la questione della proprietà degli edifici che ospitavano spettacoli e che erano pubblici un tempo, nonché di specificarne le conversioni d’uso. In conclusione è risultata la funzione che gli spettacoli pubblici svolgono nell’aggregazione sociale e che la loro importanza è intesa come indispensabile strumento politico per ottenere consenso. Appare improbabile che gli spettacoli siano finiti per le critiche morali di un’elite intellettuale, quanto piuttosto per la coincidenza di più fattori. I ludi, nati in una civiltà urbana, non hanno più ragione d’essere in un mondo dove la plebe non è più un polo politico e l’allestimento di spettacoli non sono più un mezzo di promozione personale.

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